EXPO 2015. “Patto mondiale del Cibo” ed “Expo dei territori”. Le mozioni

EXPO 2015. “Patto mondiale del Cibo” ed “Expo dei territori”. Le mozioni
Di seguito le due mozioni a cui ho partecipato, a prima firma della senatrice PD Leana Pignedoli, per impegnare il Governo intorno ad alcune importanti implicazioni legate allo storico appuntamento rappresentato dall’Expo2015.

 

MOZIONE EXPO “Patto mondiale del Cibo”

Il Senato,

premesso che:

Expo 2015 costituisce una straordinaria occasione di confronto per i rappresentanti della comunità internazionale sui temi riguardanti l’agricoltura, l’alimentazione, l’ambiente e sulle principali sfide che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni per cercare di raggiungere un equilibrio tra la necessità di produrre cibo e il dovere di tutelare le risorse del pianeta per le generazioni future;

la forza dell’Esposizione, dedicata al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, si misurerà anche in relazione al messaggio culturale che saprà lanciare alla necessità di affrontare e risolvere i grandi paradossi su cibo e alimentazione che il mondo contemporaneo sta affrontando;

tra questi, emergono in particolare la devastante iniquità tra la scarsità di cibo da un lato, e problemi di sovranutrizione – con i connessi problemi di obesità e sovrappeso – dall’altro, la carenza di acqua e la scarsità di terreno coltivabile e, nel contempo, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, fino allo spreco e alla dispersione di cibo lungo la filiera alimentare, nelle fasi di produzione, raccolta e consumo;

la grande sfida per l’economia contemporanea sta nel tentare di conciliare sostenibilità ambientale e sviluppo economico e, conseguentemente, adeguare la produzione di cibo alla crescita demografica del pianeta, con un impatto ecologico sostenibile;

la crescita dello squilibrio tra risorse esistenti e una popolazione mondiale in costante e forte aumento si intreccia con ulteriori criticità, connesse ai cambiamenti climatici, ad una gestione non oculata delle risorse idriche, al consumo di suolo agricolo sottratto alla produzione di cibo, ai problemi di approvvigionamento energetico, alla crescente occidentalizzazione delle diete che conduce a sostituire, in misura sempre maggiore, l’alimentazione a base di proteine vegetali con quella a base di proteine animali;

l’insicurezza alimentare è, nel contempo, causa ed effetto della povertà e del sottosviluppo; d’altronde, il benessere nutrizionale delle fasce più povere della popolazione non e’ soltanto una conseguenza dello sviluppo, ma ne è piuttosto un ineliminabile presupposto;

considerato che:

dai dati riportati in alcune ricerche relative a stili alimentari, spreco di cibo e sostenibilità ambientale, emergono una serie di paradossi che dovrebbero condurre ad una riflessione approfondita sui modelli di produzione e sviluppo agroalimentare del pianeta:

– ogni anno vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, ossia un quantitativo quadruplo rispetto alla necessità nutrizionale stimata di oltre 868 milioni di persone malnutrite in tutto il mondo;

– ogni anno, nonostante l’enorme diffusione della fame e della malnutrizione, una grande percentuale di produzione agricola e’ utilizzata per la produzione di mangimi e biocarburanti e si stima che al 2020 la domanda globale di biocarburanti raddoppierà, raggiungendo i 172 miliardi di litri rispetto agli 81 miliardi di litri prodotti nel 2008;

– oggi, paradossalmente, per ogni persona malnutrita nel mondo, ve ne sono due obese o in sovrappeso (868 milioni di persone sono affamate, mentre 1 miliardo e mezzo sono in sovrappeso); d’altro canto, a fronte di 36 milioni di persone che ogni anno muoiono per mancanza di cibo, altre 29 milioni di persone ogni anno muoiono per malattie correlate ad un eccesso di cibo (Elaborazione BCFN su dati OECD/FAO 2011);

le speculazioni finanziarie sulle derrate alimentari determinano la volatilità nei mercati e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, costituendo una minaccia al diritto dell’uomo al cibo e provocando profondi danni sociali e ambientali;

considerato altresì che:

negli ultimi anni, società multinazionali e soggetti finanziari nonché quegli Stati dotati di molta liquidità ma di scarse estensioni coltivabili, stanno procedendo all’acquisto di milioni di ettari di terra in varie aree del mondo, dando luogo a quella che ormai viene considerata una vera e propria “nuova corsa all’oro”, la cosiddetta “land grabbing“;

negli ultimi decenni, soprattutto nei Paesi a più antica antropizzazione, l’urbanizzazione ha conosciuto una accelerazione senza precedenti. Il suolo e’ una risorsa limitata non rinnovabile, ed e’ elemento fondamentale per funzioni ecologiche relative a regolazione dei cicli naturali dell’acqua e delle sostanze minerali e organiche nell’ecosistema, per funzioni biologiche in quanto habitat di una vastissima gamma di esseri viventi, per funzioni economiche quale base delle produzioni agricole, per funzioni culturali in quanto elemento del paesaggio e memoria storica delle attività umane;

l’incremento delle rese produttive in Europa e’ arrivato al culmine con la rivoluzione verde del Novecento, grazie a migliori varietà vegetali e agli alti livelli di meccanizzazione, ma anche per un uso intensivo di fertilizzanti con il conseguente, rilevante, costo ambientale e la riduzione preoccupante del ricco patrimonio di biodiversità di cui l’Europa era dotata;

rilevato che:

il tema di Expo “nutrire il Pianeta, Energia per la vita” sintetizza e rilancia in modo circolare i problemi dell’Umanità del Terzo Millennio: cibo e sostenibilità, alimentazione, energia, pianeta, vita;

il Documento Strategico di Expo propone un dibattito sul tema dell’alimentazione in una “prospettiva comprensiva di tutti gli aspetti e di tutte le sfumature ideali e culturali del tema, che tenga conto delle molteplici interazioni in gioco, dalla lotta alla fame, alla sostenibilità, alla salute, al cibo come strumento di pace ed espressione culturale”;

l’Esposizione Universale Italiana e’ un banco di prova per tutti i soggetti partecipanti che si interrogano sulle conseguenze delle proprie azioni per le generazioni presenti e future, e costituisce una importante sfida per il nostro Paese, impegnato con il Bureau International des Expositions a realizzarla;

l’evento e’ una occasione non solo per rendere visibili la creatività e la capacità innovativa dei singoli sistemi alimentari ma, soprattutto, per far emergere le questioni più urgenti legate al tema della manifestazione , in un confronto che accresca conoscenza e consapevolezza dell’esigenza di un “Patto globale per il cibo”;

oltre alle istituzioni pubbliche e al Comitato promotore, anche il mondo della ricerca e dell’imprenditoria privata – dal CNR e al Museo Leonardo che propongono la “Carta Costituzionale dell’Agroalimentare”, alla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition che propone il “Protocollo di Milano”– sta opportunamente avanzando proposte affinché Expo 2015 sia effettivamente l’occasione per giungere alla definizione di un accordo internazionale tra gli Stati partecipanti per stabilire politiche comuni che identifichino soluzioni ai grandi problemi oggi legati a cibo e alimentazione, al fine di giungere alla sottoscrizione da parte di ciascuno Stato di impegni su obiettivi concreti, raccolti in un Protocollo Globale del Cibo;

impegna il Governo:

ad attivarsi affinché Expo 2015 veda protagonista gli Stati partecipanti, le istituzioni internazionali, gli enti pubblici e privati facenti parte del Sistema Italia, in un confronto con la società civile in merito alle tematiche di seguito elencate, nonché in merito alle politiche pubbliche e alle buone pratiche che ne debbono conseguire, con obiettivi e scadenze vincolanti che realizzino un vero e proprio “patto globale del cibo::

1) Agricoltura a fini alimentari:

elaborare e incentivare nuove pratiche agronomiche al fine di arrestare l’attuale “impronta ambientale” dell’attività agricola, che ha provocato, negli ultimi decenni, la perdita di interi ecosistemi attraverso un processo incessante di deforestazione, uno squilibrio nella destinazione delle produzioni agricole tra utilizzo alimentare ed energetico;

definire impegni da parte della comunità internazionale che puntino a definire un limite di destinazione delle produzioni agricole tra cibo ed energia, nonché un chiaro e certo quadro normativo di contrasto alla speculazione finanziaria sulle materie prime alimentari;

2) Agricoltura sostenibile:

elaborare politiche pubbliche per l’incremento produttivo nelle aree del mondo meno produttive, al fine di avvicinare la domanda di cibo in aumento alla capacità di offerta attraverso pratiche agricole ecosostenibili;

incentivare le politiche e i programmi di sviluppo rurale nelle aree agricole mondiali così da consentire agli Stati di valorizzare le produzioni e la materie prime locali e ai produttori di essere più protagonisti nel governo delle produzioni agricole e nelle dinamiche di commercializzazione, primi garanti della sicurezza e della salubrità delle produzioni;

 

definire pratiche innovative che utilizzino alte tecnologie, metodi indicati dalle coltivazioni biologiche, sistemi agricoli di precisione, anche al fine di un utilizzo oculato delle risorse idriche – ad esempio il cosiddetto “more crop per drop” ovvero “più raccolto per ciascuna goccia”;

3) Riduzione degli sprechi nella Filiera Alimentare:

modificare le distorsioni della catena alimentare dovute a fattori tecnici, economici e comportamentali;

ridurre del 50 per cento entro il 2020 l’attuale spreco di oltre 1,3 milioni di tonnellate di cibo commestibile – l’obiettivo fissato dalla FAO e dal World Food Programme (WFP) – attraverso l’attuazione dei seguenti interventi:

–       dare priorità a politiche volte a ridurre lo spreco di alimenti, affrontando le cause del fenomeno e definendo una gerarchia per l’uso degli alimenti anche attraverso l’educazione dei consumatori alla pianificazione dei consumi;

–       riconoscere il contributo positivo della cooperazione e degli accordi a lungo termine sulla filiera alimentare tra agricoltori, produttori e distributori per conseguire una migliore pianificazione e previsione della domanda dei consumatori;

–       fornire il supporto necessario ad avviare iniziative di sensibilizzazione dei consumatori, anche da parte dei professionisti del settore alimentare ;

–       definire azioni condivise al fine di evitare che, nei Paesi in via di sviluppo, i prodotti commestibili si perdano nel passaggio dal coltivatore al mercato per mancanza di modalità di conservazione e trasporto adeguato e, nei paesi industrializzati, si sprechi nella fase della commercializzazione e del consumo;

 

4) Eradicazione della fame e lotta all’obesità

attenendosi agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio fissati delle Nazioni Unite, intraprendere adeguate azioni tese a fornire a tutte le fasce della popolazione l’accesso permanente al cibo, a porre fine alla malnutrizione, a rendere i sistemi di produzione alimentare più produttivi, efficienti, sostenibili e resilienti, ad assicurare l’accesso al mercato ai piccoli produttori alimentari;

 

5) Promozione del valore del cibo e di stili alimentari bilanciati

definire un impegno comune della comunità internazionale e delle relative istituzioni rappresentative al fine di promuovere ed affermare un nuovo approccio al cibo che ne sottolinei il valore nella scala delle priorità dei consumi;

favorire la diffusione di modelli nutrizionali attenti all’impatto sulla salute e sull’ambiente, attraverso informazioni accessibili al consumatore volte alla promozione di scelte più consapevoli da parte dei cittadini.

 

 

 

MOZIONE “EXPO DEI TERRITORI”

 

In Senato,

premesso che:

l’Esposizione Universale Milano 2015  rappresenta un’ occasione di eccezionale importanza per lo sviluppo e il rilancio economico del nostro Paese e un’opportunità unica per la promozione internazionale dell’intero sistema Italia ;

il tema di Expo “nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”  si sviluppa in sette sottotemi:  scienza e tecnologia per la sicurezza alimentare, scienza e tecnologia per l’agricoltura e la biodiversità, innovazione della filiera alimentare, educazione alimentare, alimentazione e stili di vita, cibo e cultura e cooperazione e sviluppo nell’alimentazione. Esperienze  e attività  economiche  ispirate ai temi sono ben presenti e distribuite  lungo tutto il territorio nazionale;
l’evento sarà fonte di attrazione per l’intero Paese dal momento che sono attesi oltre 20 milioni di visitatori  di cui una parte consistente proveniente da paesi  extraeuropei che, prevedibilmente, coglierà l’occasione per conoscere e visitare diverse aree  del nostro paese e non solo la città Milano e le aree ad essa limitrofe;

l’Expo rappresenta la porta d’ingresso verso l’Italia, una straordinaria opportunità di sviluppo per tutto il territorio nazionale che potrà essere colta soltanto se vi sarà’piena consapevolezza del “capitale territoriale” presente in ogni area e se si sapranno attivare tutte le risorse presenti e caratterizzanti delle diverse aree del nostro Paese attraverso la creazione di un’offerta articolata e flessibile che sappia valorizzare e far conoscere al mondo intero le innumerevoli, uniche ed imparagonabili attrazioni del nostro Paese;

è necessario saper creare offerte adeguate e contesti favorevoli capaci di attirare l’attenzione e l’interesse delle tante e diverse realtà internazionali che parteciperanno all’evento e per stimolare ed attrarre potenziali investitori in Italia;
le Regioni hanno un ruolo determinante nell’impostare strategie di promozione e costruzione dell’offerta, per sviluppare  e presentare  in un Expo ” Expo dei territori ” il tema del cibo, dell’agroalimentare, della ricchezza di eccellenze di cui e ricco il ‘ il nostro paese. L’agroalimentare come elemento centrale e di traino per offerte integrate di carattere culturale, artigianale, industriale che possano rappresentare   l’incrocio fra  tradizione e forte innovazione tecnologica, sostenibilita’ ambientale e alta capacità creativa, la forza del Made in Italy;
l’Italia ha il primato in Europa per numero di prodotti ad Indicazioni Geografiche con  n.814 prodotti su un totale di 3202 a livello Europeo ed e’ al primo posto per prodotti certificati  254 tra DOP, IGP, STG, emblematico di una consistenza ricchezza di biodiversita’;

l’Italia e’ il paese della Dieta Mediterranea inserita nel 2010 nella lista dell’UNESCO del patrimonio immateriale dell’Umanità in quanto modello nutrizionale che ha effetti positivi sulla salute anche in chiave di prevenzione alle malattie sociali, ma anche modello culturale fondato su un insieme di competenze, pratiche e tradizioni legate al cibo e alla sua valenza sociale e allo stretto contatto e l’ambiente ;

considerato che:

le diffuse  identità’ territoriali, le vocazioni dei distretti produttivi, l’unicità delle produzioni agricole sono una ricchezza e un fattore competitivo importante nell’omologazione crescente dell’economia globale, ma nel contempo presentano una maggiore difficoltà di promozione e visibilità in un contesto di dimensione internazionale;
la frammentazione e la diffusione delle numerose risorse che l’Italia possiede è indispensabile, per rendere efficace un “Expo dei territori”, una regia a livello regionale rigorosa,  che converga in piano nazionale unitario volto alla valorizzazione e alla promozione sopratutto di quelle attività e di quelle imprese con forte carattere innovativo ed imprenditoriale , chehannocome filo conduttore  i temi della sostenibilita’ ambientale, del connubio tradizione e tecnologia, della valorizzazione di sani stili alimentari,  di una inversione di tendenza verso l’enorme spreco alimentare ;

inoltre, sarebbe riduttivo prevedere in vista dell’Expò 2015 un’ offerta turistica limitata esclusivamente alla durata dell’evento; è necessario invece che i diversi soggetti pubblici e privati coinvolti, sfruttando a pieno il  semestre Expo, elaborino nuove strategie per la crescita e lo sviluppo dei diversi territori in cui operano, che tengano conto del patrimonio e dalle risorse attrattive, condizioni infrastrutturali di accesso e dalla mobilità’ alla ricezione;

l’Expo dei territori potrà essere una occasione unica sia per dimensionare  i distretti agroalimentari e i sistemi territoriali  ad un livello internazionale sia per strutturare politiche integrate territoriali, creando  le condizioni per un reale rilancio economico  positivo in molte delle diverse aree territoriali del nostro Paese;
nonostante diverse regioni abbiano lavorato per censire gli  asset strategici  in ambito regionale e per creare percorsi di condivisione con diversi attori territoriali, a meno di un anno dall’inizio di Expo,  emerge una diffusa  difficoltà di sintesi e di costruzione di progetti capaci di una attrattivita’ di dimensione internazionale nonché una difficolta’ a costruire, attraverso le diverse proposte territoriali,  una immagine uniforme di “sistema Paese”  dell’ agroalimentare;

diversi sono i soggetti che stanno promuovendo parallelamente ai percorsi regionali  dalle Province, all’ANCI,  ai singoli Comuni,  alle Camere di Commercio , alle Organizzazioni dei Produttori, ai Club  di Prodotto, alle Aziende di Promozione Turistica,  spesso senza una regia che porti a sintesi le diverse proposte;
i tempi sono ormai molto stretti per pensare di attrarre flussi internazionali guardando genericamente a tutti i 140 paesi attesi all’Expo, mentre e’ ragionevole pensare ad  una selezione di obiettivi, di paesi, di interlocutori  su cui indirizzare le proposte territoriali anche in ragione dell’interesse crescente di alcuni paesi verso le produzioni e il cibo Italiano;

impegna il Governo:
a definire linee di indirizzo comuni su cui far convergere nella fase di elaborazione finale, le diverse proposte territoriali che abbiano al centro  la qualità del patrimonio agroalimentare, come volano centrale per integrare in chiave multidisciplinare i diversi settori: cultura e turismo, artigianato e industria con comuni finalità innovazione e sostenibilità;

ad individuare in accordo con le regioni, le tipologie di ricadute positive individuabili, dall’evento centrale di Milano a quello diffuso nei territori:  dall’incremento di attività turistica, allo sviluppo di nuovi contatti per le imprese, che possono scaturire dalla esperienza e conoscenza diretta dei visitatori delle diverse realtà produttive e paesaggistiche;

ad assumere un’azione di coordinamento e di condivisione con le regioni per uniformare, nonostante le tematiche eterogenee, metodi e modelli di approccio nella costruzione delle proposte finali;

a sollecitare gli Enti Locali a rimuovere, attraverso interventi infrastrutturali di qualificazione,  gli ostacoli per l’accesso ai territori soprattutto della Dieta Mediterranea, oggi  difficilmente accessibili per le condizioni critiche della rete viaria e telematica;
a mettere a disposizione delle regioni e  un supporto per sviluppare collegamenti già in essere del nostro paese con paesi europei ed extraeuropei, paesi con cui sono già in corso accordi bilaterali con l’Unione Europea sul libero scambio delle produzioni agroalimentari e paesi emergenti con cui sono già in corso relazioni economiche prevalenti nel campo agricolo e della meccanica agricola, per permettere di selezionare obiettivi e interlocutori per un offerta mirata, efficace e non generica.