Il mio messaggio a Pozzallo in memoria di Giorgio La Pira, il “sindaco santo”

Il mio messaggio a Pozzallo in memoria di Giorgio La Pira, il “sindaco santo”

Lo scorso 9 gennaio a Pozzallo, paese del ragusano, si sono celebrati i 110 anni dalla nascita di Giorgio La Pira, l’uomo che per i fiorentini è il “sindaco santo”.  L’impegno con l’aula del Senato mi ha impedito di essere presente, ma ho voluto inviare agli amici siciliani un messaggio di saluto, condividendo con loro la memoria di questo eccezionale uomo politico.

 

C.A. Dott. Luigi Ammatuna,

Sindaco di Pozzallo

 

Roma, 9 gennaio 2014

 

Gentile Sindaco e Cari Amici di Pozzallo,

l’impegno con i lavori d’aula del Senato mi impedisce di essere insieme a Voi per le celebrazioni della nascita di Giorgio La Pira, come avvenuto gli anni passati.

Ho sempre vissuto con passione una ricorrenza che lega due terre lontane, come Pozzallo e Firenze, accomunate dalla figura di un politico che ancora oggi è per noi un punto di riferimento.

Una figura che è riuscita a coniugare la fede cattolica con la pragmaticità della buona politica, ponendo sempre al centro del suo operato l’attenzione per la tutela dei più deboli.

Il tema su cui avete incentrato le iniziative per il 110° anniversario della sua nascita, “L’attesa della povera gente”, saggio di La Pira pubblicato nel 1950 sulle “Cronache Sociali”, è ancor oggi un vademecum essenziale per chiunque viva la politica con spirito di servizio, dall’amministrazione del più piccolo ente locale alle più alte cariche istituzionali dello Stato.

Un testo reso ancor più attuale dalle condizioni di crisi economica in cui versa il nostro Paese, dove il lavoro, la tutela sociale per i più deboli e la lotta alla povertà rappresentano criticità forti a cui dare immediate ed efficaci risposte. Davanti a tutto ciò non possiamo che ricordare la forza delle parole scritte oltre sessant’anni fa da Giorgio La Pira, in cui “la lotta organica contro la disoccupazione e la miseria” venivano indicate con grande risolutezza come l’obiettivo principale da porre al centro dell’operato del governo uscito dalle elezioni del 1948.

Un atto d’indirizzo, ma anche un atto d’accusa, che suscitò forti polemiche all’interno della Dc e dei suoi alleati di governo. Questo non interessava più di tanto a un politico come La Pira, la cui azione era indirizzata all’applicazione dei principi del Vangelo, considerato non tanto come un “libro di pietà”, ma piuttosto come un “manuale d’ingegneria” per costruire una società solida e solidale. Una comunità.

 

 

Giorgio La Pira, “una figura esemplare di laico cristiano” come lo definì Papa Giovanni Paolo II, è ancor oggi un esempio per l’intensità e la chiarezza del suo impegno, per la lungimiranza e il rigore delle sue prospettive ideali e del suo pensiero, che lo ponevano non solo come testimone dei tempi, ma anche come precursore e interprete di un futuro da costruire con sensibilità nuove e apertura verso le nuove frontiere del mondo.

 

Oggi siamo chiamati a testimoniare il suo impegno e le sue idee, con la stessa umiltà e la stessa coerenza che animava la sua opera, perché sia d’insegnamento e di ispirazione per le future generazioni. Un percorso che le città di Firenze e Pozzallo hanno iniziato da tempo, con un proficuo programma di interscambio scolastico, perché proprio tra i giovani può ritrovare nuova linfa il pensiero di Giorgio La Pira, l’uomo che ci ha insegnato a “abbattere muri e costruire ponti”.

 

Nell’augurarvi un buon lavoro, vi porgo i miei più cari saluti

Senatrice Rosa Maria Di Giorgi