I senatori del Pd hanno chiesto le dimissioni di Calderoli dalla carica di vicepresidente dell’assemblea, per le offese al ministro Kyenge. Chi rappresenta le istituzioni il razzismo lo combatte, non lo alimenta
Ecco il testo della mozione di solidarietà alla ministro Cécile Kyenge, firmato dalla Presidenza del gruppo del Partito Democratico e sottoscritto da tutti i senatori democratici:
“Premesso che:
– con decreto del 12 giugno 2013, il Presidente del Consiglio ha descritto le specifiche funzioni delegate, con decorrenza 29 aprile 2013, al Ministro per l’integrazione Cécile Kyenge. Gli ambiti di competenza a Lei affidati sono il segno evidente di una competenza personale e politica che il Ministro può offrire per lo sviluppo interculturale e civile del nostro Paese, soprattutto in materia di integrazione e di immigrazione nonchè nell’azione di prevenzione e rimozione delle forme e cause di discriminazione di carattere religioso, razziale ed etnico;
– il 3 maggio 2013, nel corso della sua prima conferenza stampa da esponente del governo italiano, la Ministro Kyenge aveva considerato la specificità del suo ruolo, la difficoltà di una missione tesa ad ‘abbattere i muri’, a ‘comprendere che le diversità sono una risorsa’ per l’Italia che ‘lo può fare benissimo’ perché ‘non è un paese razzista, ha una cultura dell’accoglienza ben radicata’. Con riferimento alla propria nomina, la Ministro aveva inteso evidenziarne la specificità, mostrandosi consapevole di essere ‘parte di una squadra’ composta con forze politiche di diversa ispirazione e per questo impegnate a ‘cercare uno spazio comune e un terreno condiviso, sempre nel rispetto dell’altro, senza mai offendere’;
– il 9 e 10 luglio scorsi, in occasione di una visita istituzionale presso il Parlamento europeo, la Ministro Kyenge è intervenuta presso la Commissione parlamentare per i Diritti delle donne e uguaglianza di genere (FEMM) del Parlamento europeo. Il Presidente della Commissione, On. Mikael Gustafsson, l’ha accolta sottolineando il valore simbolico della sua nomina, rappresentando lei ‘il primo Ministro italiano nato in Africa’ ed evidenziandole l’attenzione della commissione a due importanti dossier di sua competenza, uno relativo alle misure per l’integrazione dei Rom e l’altro relativo alle donne immigrate nell’Unione europea prive di documenti;
– quanto al programma di Governo, la Ministro Kyenge ha già esposto in più sedi, nonché in Parlamento, in occasione della risposta ad atti di sindacato ispettivo, la propria intenzione di proporre, tra l’altro, strumenti, anche legislativi, per una gestione coerente del fenomeno migratorio, che miri a creare percorsi di accompagnamento del migrante al fine di assicurarne la piena integrazione sociale, a partire dalla scuola, e nel mondo del lavoro; per migliorare la qualità dell’accoglienza e dell’integrazione dei beneficiari della protezione internazionale; per prevenire e reprimere l’istigazione all’odio razziale; per agevolare l’acquisto della cittadinanza italiana per i minori, figli di immigrati, nati in Italia;
Considerato che:
– sin dalla sua nomina la Ministro Kyenge è stata oggetto di volgari attacchi sessisti e razzisti, lesivi della dignità personale ed istituzionale, contro i quali si sono levate voci di sdegno e di solidarietà nazionale ed internazionale;
– che, in particolare, sono da censurare le gravi parole di insulto che sono provenute da alcune personalità politiche, inaccettabili sia per i contenuti sia per la funzione di rappresentanza dei cittadini italiani che costoro svolgono, anche ricoprendo importanti cariche istituzionali;
– che tali parole rovinano l’immagine degli italiani, dell’Italia e delle sue istituzioni, alimentando un pensiero razzista che il Parlamento è impegnato a contrastare;
delibera di
esprimere al Ministro Kyenge la piena solidarietà del Senato della Repubblica nonché l’apprezzamento per l’attività che sta svolgendo;
assicurare il proprio sostegno alle iniziative che la Ministro Kyenge è chiamata ad intraprendere in relazione alle funzioni delegate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, con particolare riferimento a quelle necessarie a contrastare ogni forma e causa di discriminazione.