Ieri pomeriggio sono intervenuta, al termine dei lavori del Senato, per riportare l’attenzione sul Cnr e sulle celebrazioni per i suoi 90 anni, un’ottima occasione per riflettere e confrontarsi sull’importanza della ricerca e del modello di sviluppo che vogliamo per il nostro paese.
Di seguito il testo dell’intervento:
“Il Consiglio Nazionale delle Ricerche compie 90 anni di vita. Quasi un secolo di storia, per un’avventura iniziata in quel lontano 1923, che vide la sua fondazione con primo presidente il famoso matematico Vito Volterra. Da allora studio, passione, dedizione e sacrifici di chi ha scelto di dedicarsi alla ricerca e a trovare nuove idee hanno fatto sì che il CNR si consolidasse come eccellenza della ricerca scientifica internazionale.
Un patrimonio nazionale che questa mattina, nella sede centrale di Roma, alla presenza tra gli altri del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del Senato Pietro Grasso e del Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha inaugurato ufficialmente le celebrazioni per il suo novantesimo. Ricco il programma di iniziative che, nel corso dell’anno, coniugheranno ricerca scientifica, innovazione, rapporto con i territori e con il mondo dell’imprenditoria e della pubblica amministrazione, rinnovando quelle che sono da sempre le linee guida del CNR, ispirato ai principi di autonomia, interdisciplinarietà e internazionalità. Un’occasione irrinunciabile per aprire un momento di riflessione di confronto sui valori della ricerca scientifica, sulla sua importanza per la vita economica e sociale, ma anche sulle difficoltà da superare affinché essa venga sempre più percepita come investimento ineludibile e necessario per il futuro del Paese. Partiamo da un terreno fertile, perché la ricerca italiana è di qualità elevata; è internazionalmente competitiva; ha credito presso il sistema produttivo più avanzato e innovativo; attrae numerosi giovani nonostante offra loro, in questa fase, ridotte possibilità di inserimento, ma non possiamo continuare a ignorare che questa ha bisogno di finanziamenti, sia pubblici che privati, per continuare a rappresentare un’eccellenza.
Dipende da noi, dal modello di sviluppo che vogliamo per il nostro paese, consapevoli che l’unica strada che abbiamo per scongiurare il declino economico e sociale è quella della conoscenza. Occorre un cambio di rotta radicale, con la convinzione che istruzione, università e ricerca sono investimenti per il futuro e non spese.
Condivido le parole di Luigi Nicolais, presidente del Cnr, che questa mattina ha ricordato come lo stesso Cnr abbia sostenuto e favorito l’ammodernamento, la creatività, la crescita sociale e culturale, la competitività e la produttività del Paese, insieme al dialogo con imprese, istituzioni e comunità scientifiche, e la chiarezza con cui il Presidente Giorgio Napolitano ha sottolineato quanto la ricerca sia una priorità da far valere ancor di più in tempi difficili come quelli attuali.
E’ su questo che dobbiamo puntare, sulla conoscenza, per far sì che il nostro Paese possa uscire dallo stato di impasse e percorrere la via del rilancio. Confido nella serietà e nelle capacità del Ministro Carrozza che questa mattina ha confermato la volontà di investire in questo settore, puntando sul merito e sull’innovazione, con un programma credibile che metta a sistema i talenti nazionali, coinvolga quelli stranieri e crei le condizioni per richiamare i nostri ricercatori all’estero.
Per rispondere alla domanda di innovazione dobbiamo focalizzare i nostri sforzi indirizzandoli con trasparenza, sostenendo interventi per il sostegno di start up e spin off, favorendo lo sviluppo di metodi nuovi per il sostegno privato come le donazioni liberali e il crowdfunding. Oggi più che mai l’Italia ha bisogno di più ricerca, più università e più scuola per tornare a credere nel futuro”.