Pochi giorni alle elezioni. Rosa Maria Di Giorgi (Pd) assessore all’Educazione al Comune di Firenze è tra coloro che sono ritenuti già con la vittoria sicura al Senato, considerate le preferenze ottenute alle primarie del suo partito.
Cosa c’è nella valigia pronta per Roma?
Molto del patrimonio di questa città fatta di culture, arte, formazione, una città che ha molte opportunità.
Sempre sfruttate?
No. Spesso vengono fermate da negatività a livello nazionale. Sarò a Roma anche per questo.
Spesso si parte con buoni propositi poi a Roma tutto si ovatta e si blocca.
Mi dicono che può essere anche così ma non deve esserlo. Personalmente, per carattere ed energia, non potrei essere così. Chi ha fatto l’amministratore pubblico vuole vedere i risultati. Un’azione di governo anche un’azione parlamentare, se non ha risultati è un’azione inutile. Allora è meglio restarsene a casa.
Cosa lascia di incompiuto a Firenze?
Quello che non ho potuto fare perché il patto di stabilità ci ha bloccato
Ricordiamo che cos’è questo “mostro”?
In sintesi per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 dovevamo abbattere assolutamente la spesa pubblica. In pratica non spendere oltre certi limiti.
Non è un obiettivo assurdo.
Certo. Ma a Firenze, ad esempio, abbiamo tanti milioni di euro fermi in banca, con cui potremmo proseguire con i vari progetti in campo.
Qualche esempio?
Ho una scuola in questo momento – la Capuana alle Piagge – che ha il cellophan sopra perché non riusciamo a ultimare i lavori di manutenzione. C’è la scuola Calvino (nel quartiere 4) che dobbiamo costruire, siamo pronti per l’appalto ma il patto di stabilità ci impedisce di fare la gara. Abbiamo il nido del Meyer con i lavori fermi perché non possiamo pagare le ditte. Il nido di Santa Maria a Coverciano, anche questo in costruzione, lo stiamo definendo ma con molto ritardo.
Va a Roma anche per sbloccare il patto di stabilità?
Dobbiamo assolutamente allentarlo. Per i comuni è stato terrificante perché attraverso di loro passano una quantità di iniziative e si attiva il filone degli investimenti. Sono i maggiori committenti per le aziende e le imprese del territorio: ce ne sono alcune che stanno chiudendo perché non possiamo pagarle.
Un’altra opera “incompiuta” è il giardino del Meccanotessile nell’ex area Galileo a Rifredi.
È un’altra scommessa che dobbiamo vincere. Ho già le risorse, dobbiamo fare la gara, abbiamo bisogno di sbloccare i fondi. È una delle cose che continuerò a seguire da Roma perché è un impegno forte che abbiamo preso con i cittadini. È un polmone verde fondamentale da mettere a disposizione della gente accanto a piazza Dalmazia.
Quali dunque gli impegni dei primi 100 giorni?
Direi delle prime 100 ore: sblocco immediato del patto di stabilità poi una misura contro l’evasione fiscale. Si deve capire che i servizi pubblici saranno sempre più in sofferenza se i comuni non avranno le risorse, per tutti i miliardi che ancora l’Italia perde a causa dell’evasione fiscale.
È una battaglia non facile.
Noi dobbiamo fare una crociata contro l’evasione fiscale contro questa cultura terribile che c’è nel nostro paese per cui il commercialista più bravo è quello che ti aiuta a evadere o a eludere le tasse. E’ proprio un fatto culturale.
Non bastano giuste enunciazioni di principio, cosa ci vuole secondo lei?
La galera per gli evasori. Le carceri sono stracolme di gente anche con reati che forse potrebbero essere espiati con pene alternative. Ecco io vorrei che in carcere ci andassero gli evasori come succede negli altri paesi evoluti.
In America chi evade il fisco va in carcere.
Esatto. È troppo comodo dire “tanto pago una multa” da parte di chi di soldi ne ha tanti. Noi l’evasione fiscale dobbiamo definirla a tutti gli effetti come un reato grave, una violenza contro la comunità