«Il Comune di Firenze aderisce alla campagna ‘In-difesa’ lanciata da Terres des Hommes, in difesa delle bambine perché nessuna di loro sia più indifesa. Invitiamo tutti ad inviare un sms al 45501, del valore di 1 euro, fino al 21 ottobre». Lo hanno annunciato la presidente della commissione pari opportunità Maria Federica Giuliani insieme agli assessori Cristina Giachi e Rosa Maria Di Giorgi per celebrare la prima ‘Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze’ che domani sarà proclamata dalle Nazioni Unite.
Da 4319 vittime minorenni del 2010, siamo arrivati a 4946 del 2011 delle quali i il 61% di sesso femminile e la pagina nera delle violenze sessuali è spaventosa: 822 denunce solo nel 2011.
Le statistiche ONU raccontano di barbarie di ogni tipo che ovunque nel mondo bimbe impuberi e adolescenti sono costrette a subire sono tali da far supporre di essere improvvisamente tornati indietro nel tempo, matrimoni combinati spesso con uomini anziani e bambine neppure sviluppate, induzione alla prostituzione, infanticidio e migliaia di bambine mai nate, mutilazioni genitali femminili, violenze in famiglia, stupri, soprusi, pedofilia, lapidazioni, diritti alla sanità e all’istruzione negati.
«I dati sul fenomeno della violenza perpetrata sulla parte femminile della popolazione, anche nel nostro Paese, sono raccapriccianti – ha aggiunto la presidente Giuliani – 98 sono le donne uccise in Italia dall’inizio del 2012 stando ai dati di Telefono Rosa. Come a dire, una donna uccisa ogni due giorni. L’evidenza di un filo rosa tra questi terribili dati conferma l’urgenza di assicurare maggiore protezione alle bambine e le ragazze, le più indifese. Nessuno di noi può far finta di nulla bisogna agire, la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte del nostro Governo è un primo piccolo passo».
«Per secoli bambini sono stati considerati piccoli adulti soltanto più facili da sfruttare, manipolare, abusare – ha ricordato l’assessore alle pari opportunità Cristina Giachi – il rispetto per i diritti dell’infanzia si è poi fatto strada grazie alla moderna psicologia e soprattutto grazie alla politica. Non possiamo dimenticare che proprio la lotta per una società più giusta e democratica, le lotte sindacale, la realizzazione del welfare hanno consentito a bambini e bambine di essere protetti dalle violenze degli adulti. Ma ciò non basta: mutilazioni genitali femminili, violenze in famiglia, stupri, soprusi, pedofilia, lapidazioni, diritti alla sanità e all’istruzione negati sono nuovi, pericolosi nemici. Sarà dunque una nuova conquista di democrazia se la dichiarazione dei diritti dell’infanzia dell’Onu del 1959 diventerà veramente patrimonio di tutti, in tutto il mondo. Non meno importante è poi a battaglia culturale da condurre all’interno di ogni paese perché si diffondano i modelli femminili di protagoniste della storia, della letteratura, dello sport, della vita pubblica in grado di ispirare le bambine e le ragazze nel raggiungimento dei loro obbiettivi»
«La battaglia contro lo sfruttamento e la violenza sulle bambine è appena cominciata e non è affatto persa, nonostante i dati drammatici – ha sottolineato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi –, bisogna però cominciare a impegnarsi da subito. Ognuno ha un ruolo da svolgere, ma gli Stati devono assumersi la responsabilità principale. Ai progressi fatti sul piano legislativo per tutelare i minori spesso sono seguiti scarsi investimenti per ridurre drasticamente le violenze e di queste scelte si deve far carico anche la politica, se vogliamo guardare al futuro. Un ruolo centrale, per sviluppare una cultura del rispetto dell’infanzia, spetta senza dubbio alla scuola e alla famiglia, realtà che sono chiamate a educare i nuovi cittadini secondo principi e valori basati sulla tutela dei diritti dei più deboli e degli indifesi». (fn)