Grazie ai «Per-Corsi Amerigo Vespucci» due studenti hanno ottenuto il diploma di scuola secondaria di primo grado
Promossi con il sette. Hanno ottenuto il diploma della scuola secondaria di primo grado i due studenti dell’istituto penale minorile ‘Gian Paolo Meucci’.
Entrambi hanno fatto buoni scritti ed un orale dignitoso, con calma e atteggiamento positivo, come sottolineato anche dalla commissione d’esame della quale faceva parte i docenti comunali dei «Per-Corsi Amerigo Vespucci», coordinati da Ruggero Bartali, che hanno tenuto le lezioni all’interno del Meucci.
A completare il quadro un altro ragazzo ha ottenuto l’attestazione delle competenze acquisite nelle materie del primo biennio dell’istruzione tecnica: in questo modo potrà essere iscritto, quando tornerà in libertà, alla classe terza di un corso serale dell’istituto tecnico.
Complessivamente, durante l’anno scolastico, hanno seguito le lezioni decine di ragazzi ospiti dell’istituto penale minorile.
«Si tratta di un lavoro di équipe molto significativo, da tenere presente come traccia per il futuro – ha sottolineato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi – nel quale ognuno si è coinvolto secondo le proprie specificità: dagli insegnanti agli educatori, agli operatori di altre attività , ai volontari. Una bell’esempio di sinergie reali, e non solo a parole».
Il progetto, al suo secondo anno, è iniziato a settembre 2011 secondo il calendario scolastico della Regione Toscana, con l’obiettivo di garantire un orario articolato in 20 ore settimanali di lezioni per i corsi di scuola secondaria di 1° e 2° grado.
«Questo risultato è stato possibile grazie al’accordo tra Comune di Firenze e istituto penale minorile – ha rilevato l’assessore Di Giorgi – il primo accordo del genere in Italia: in nessun altro caso insegnanti del Comune lavorano con i giovani di un carcere».
Le lezioni, seguendo il normale calendario delle scuole statali, sono terminate l’8 giugno. Quasi tutti i giovani ospiti dell’Istituto sono risultati in possesso formalmente della licenza media di 1° grado, anche se non sempre delle conoscenze relative. Due studenti che non ne erano in possesso sono stati preparati in modo specifico per sostenere l’esame a giugno.
«Il nostro obiettivo era quello di non condannare questi giorni alla ignoranza – ha spiegato l’assessore all’educazione – ed insegnargli, oltre alla storia, all’italiano e la matematica, anche la speranza. Perché quel diploma di terza media agevolerebbe un già difficile inserimento nel mondo del lavoro.
Le lezioni si sono svolte con una grande elasticità da parte dei docenti, legata alla discontinuità delle presenze e degli avvicendamenti nel tempo degli studenti. In effetti la difficoltà maggiore è stata quella di mantenere una linea coerente nell’impostazione dei vari programmi, per la presenza discontinua, dovuta anche ai vari trasferimenti degli ospiti del Meucci ed alla difficoltà riscontrata negli studenti alla concentrazione prolungata e la tendenza alla distrazione e divagazione dai temi proposti».
I metodi didattici sono stati i più svariati: gli insegnanti hanno cercato di svolgere un ruolo di guida, con lezioni ma anche con l’aiuto di mappe, carte geografiche e sussidi audiovisivi, hanno anche partecipato a progetti che si sono inseriti durante l’anno scolastico, come la lettura di canti di Dante, a cui è seguita la realizzazione del video “1 minuto per Dante” organizzato dal Comune di Firenze con l’Associazione Culter all’interno del Progetto “Le chiavi della Città”, che ha ottenuto il premio speciale della giuria.
«Non sono mancate le difficoltà durante i vari percorsi di studio – ha concluso Rosa Maria Di Giorgi – dovute soprattutto all’alternarsi della presenza degli ospiti e ai delicati equilibri che si vengono a creare all’interno di un carcere minorile. In effetti, la difficoltà maggiore per tutti gli insegnanti è stata quella di mantenere un filo continuativo all’impostazione del programma, trovandosi essi di fronte persone che raramente seguivano per più di cinque, sei volte e quasi mai per mancanza di interesse. La grande disomogeneità delle provenienze e delle competenze non ha impedito di tenere lezioni che hanno interessato tutti gli studenti presenti. I docenti delle varie materie hanno sottolineato la diffusa esigenza dei giovani detenuti di conoscere, di approfondire la loro cultura e comunque di tentare di comprendere la storia, la geografia, ma anche la matematica, la lingua Inglese ed aumentare le proprie capacità di scrivere e interpretare la scrittura altrui». (fn)