L’assessore Di Giorgi al monumento dei caduti in piazza d’Azeglio
Una storia di coraggio, sacrificio e patriottismo in una Firenze messa in ginocchio dai bombardamenti e dalla violenza di nazifascisti. E’ quella di Radio Cora e dei suoi protagonisti, Enrico Bocci, Italo Piccagli, Luigi Morandi, Carlo Ballario, Guido Focacci e di Gilda Larocca, gli eroi che per cinque mesi, nel 1944, sfidarono le forze nazifasciste con una radio, comunicando con gli Alleati e segnalando loro i campi di lancio per viveri e armi ai partigiani e le postazioni tedesche sulla Linea Gotica. A 68 anni di distanza Firenze ricorda il sacrificio di questi patrioti grazie ai quali fu possibile, tra l’altro, l’annientamento della potente divisione Goering.
Alle 10.30 di domani, in piazza D’Azeglio, a Firenze, l’assessore all’educazione e alla legalità Rosa Maria Di Giorgi deporrà la corone al monumento ai caduti alla presenza dell’onorevole Valdo Spini; alle 11.30, a Cercina, si svolgerà una manifestazione celebrativa presso l’area monumentale del bosco, con gli interventi del sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, di Roberto Nistri del direttivo provinciale dell’Anpi e dell’onorevole Spini, della Federazione regionale delle associazioni Antifasciste e della Resistenza. A seguire si esibirà la banda musicale di Sesto Fiorentino.
Radio Cora fu per oltre cinque mesi lo strumento di comunicazione con il quale il Partito d’Azione fiorentino, che fra il settembre e il novembre 1943 costituì un’articolata organizzazione con a capo l’avvocato Enrico Bocci, tenne i contatti con le forze alleate. Dopo le prime trasmissioni in uno stabile di piazza Indipendenza, la sede venne continuamente cambiata per evitare che venisse scoperta. Nonostante le precauzioni, il 7 giugno 1944 i nazifascisti irruppero nei locali segreti di Radio Cora, in piazza D’ Azeglio, al numero 12, mentre era in corso la trasmissione. Durante l’irruzione fu ucciso il giovane studente di fisica Luigi Morandi e furono arrestati l’avvocato Bocci, Italo Piccagli, Gildo Focacci e Gilda La Rocca. Portati a Villa Triste furono torturati ma non parlarono. Di Bocci non si è mai trovato il corpo. Italo Piccagli venne poi fucilato nei boschi di Cercina insieme a quattro paracadutisti italiani, un partigiano cecoslovacco e ad Anna Maria Enriques Agnoletti. Villa Triste è il palazzo di via Bolognese, divenuto la prigione in cui venivano portati gli antifascisti, da cui si gettò Bruno Fanciullacci per non essere costretto dalla tortura a parlare. Gilda La Rocca evitò il campo di concentramento perché riuscì a fuggire prima dell’arrivo in Germania. Bocci, Piccagli e Morandi sono stati insigniti della medaglia d’oro. (fn)