«Per essere grandi magistrati bisogna essere anche grandi uomini. E Gabriele Chelazzi lo era». Con queste parole l’assessore alla legalità Rosa Maria Di Giorgi ha ricordato, a nove anni dalla scomparsa, il pubblico ministero che ha coordinato le indagini sulle autobombe del ’93-‘94: l’attentato a Maurizio Costanzo (a Roma), la strage di via dei Georgofili a Firenze e quelle di via Palestro a Milano e le due di Roma, a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro (oltre ai falliti attentati allo stadio Olimpico e al pentito Salvatore Contorno nell’aprile 1994).
La commemorazione si è svolta questo pomeriggio all’aula bunker di Santa Verdiana dove la corte d’assise di Firenze, il 6 giugno del 1998, condannò 24 tra boss e sicari di Cosa Nostra per gli attentati che, oltre la nostra città, devastarono Roma e Milano.
«Il nostro compito – ha ricordato Rosa Maria Di Giorgi – è quello di mantenere viva la memoria di uomini come lui, che ci hanno insegnato il senso dello Stato e delle Istituzioni, sensibilizzando i giovani perché la cultura della legalità non sia patrimonio di pochi. Un impegno che portiamo avanti nelle scuole, attraverso percorsi di approfondimento dei dettati della Costituzione e di educazione alla legalità, per far sì che il rispetto delle regole, la formazione di una coscienza e di un’etica condivisa siano vissuti come un’esigenza imprescindibile del vivere quotidiano».
Dopo l’assessore Di Giorgi, sono intervenuti il presidente del consiglio provinciale David Ermini, il viceprefetto vicario Lidia Benelli il presidente del consiglio provinciale di Pisa Consuelo Arrighi, Caterina Romagnoli Chelazzi, moglie del magistrato, il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi, Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini, sostituti procuratori della procura generale di Firenze e Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Presiedeva l’incontro Enrico Ognibene, presidente del tribunale di Firenze.
All’aula bunker erano presenti i componenti della commissione pace e diritti umani del consiglio comunale, gli studenti dell’istituto per il turismo Marco Polo e di due scuole di Pisa: il liceo Dini e l’istituto tecnico commerciale Pacinotti.
Gabriele Chelazzi è morto per infarto, a Roma, nella notte fra il 16 e il 17 aprile 2003, ed è stato insignito del Fiorino d’Oro. (fn)