«E’ in crescita nei nostri nidi il numero dei bambini che presentano difficoltà o svantaggi e sempre di più è necessaria una rete fra istituzioni, famiglie e Asl per un sostegno efficace a coloro che presentano bisogni speciali».
L’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi è intervenuta questa mattina al convegno “I servizi educativi come luoghi di accoglienza delle diversità”, organizzato dal Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza all’Istituto degli Innocenti.
«Firenze – ha sottolineato l’assessore Maria Di Giorgi – è vissuta come una città ‘amica’ dei bambini che presentano forme di disabilità o difficoltà di apprendimento, per il livello di servizi e il sostegno che riesce ad offrire alle famiglie. Non è un caso se ci sono non poche famiglie, con figli che presentano difficoltà o svantaggi, che scelgono di trasferirsi nella nostra città. Questo, insieme alle nuove terapie post natali, che aumentano le possibilità di sopravvivenza dei neonati, e all’incremento di bambini stranieri ci pone di fronte anche a una maggiore richiesta di interventi educativi che garantiscano uguali opportunità di sviluppo e di crescita». L’iniziativa è stata anche occasione per fare il punto sulle politiche dell’amministrazione nel settore, e illustrare ruolo dei servizi educativi per la prima infanzia come risorsa per la prevenzione e la diagnosi precoce di difficoltà e svantaggi nel corso dello sviluppo.
«Siamo di fronte a un’esigenza molto sentita sul territorio – ha rilevato Rosa Maria Di Giorgi –, con tante famiglie in difficoltà che hanno bisogno di un sostegno forte. Quest’anno, soltanto nella fascia da 0 a 3 anni, l’amministrazione garantisce la presenza di educatori a 28 bambini nei nidi comunali a gestione diretta e a 6 bambini a quelli in appalto o in convenzione. Si tratta di piccoli con certificazione per cui il Comune investe complessivamente 520 euro l’anno. A fronte di un aumento delle richieste e della difficoltà economiche in cui si trovano le amministrazioni locali, serve sempre di più un sistema di rete, in cui comuni, Regione, famiglie, nidi e Asl collaborino strettamente per garantire il sostegno ai bambini in difficoltà e l’implementazione dei servizi. In passato ci sono stati anche bandi regionali con stanziamenti per il sostegno alla disabilità nella prima infanzia, interventi che dovrebbero essere ripetuti e rafforzati in questo settore, in sinergia con le amministrazioni locali che sono le prime sul territorio a rapportarsi con le famiglie ».
«Nei servizi alla prima infanzia – ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi – è prioritario accogliere e sostenere i bambini in difficoltà psico-fisica e sociale e le loro famiglie, nella consapevolezza che un precoce intervento educativo personalizzato, con personale educativo di sostegno, può aiutare a prevenire ulteriori disagi futuri. In questa fascia di età è molto importante anche un lavoro di osservazione e segnalazione del disagio da parte di personale educativo appositamente formato, per diagnosticare possibili problemi e attivare una progettazione educativa di rete in sinergia con le strutture territoriali competenti». (fn)