Trasporto scolastico rom, l’assessore Di Giorgi: «l lupo perde il pelo ma non il vizio. La voglia di discriminare resta sempre nel cuore della destra».

«Il trasporto scolastico è uguale per tutti nel Comune di Firenze, ma c’è sempre chi, in assenza di idee o proposte, cerca di sfruttare i bambini per garantirsi un po’ di visibilità». L’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, replica ai consiglieri Cellai e Torselli in merito alle spese sostenute dall’Amministrazione per garantire il servizio di trasporto scolastico ai bambini del campo Rom dell’Olmatello.
«Continuo a stupirmi – spiega Rosa Maria Di Giorgi – leggendo gli interventi dei consiglieri del Pdl e non vorrei che fosse un auspicio a discriminare questa parte della nostra popolazione, negando loro un diritto essenziale come quello all’istruzione, evidentemente, come recita un detto popolare, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Prima erano le Ferrari, ora sono le Limousine, nel migliore stile populista, ma devo ricordare ai consiglieri Torselli e Cellai che Firenze si occupa di tutti i suoi bambini, accompagnandoli a scuola con i pulmini gialli del Comune, casomai non li avessero notati. Mezzi da 24 posti, con autista dell’autoparco comunale e accompagnatore, dedicati agli alunni dell’infanzia e della primaria. Ogni bambino costa al Comune circa 8 euro al giorno per il trasporto, mentre per il prezzo delle Limousine ci fidiamo dell’esperienza degli esponenti del Pdl».
«E’ utile ricordare – prosegue l’assessore all’educazione, che i 10 bambini dell’Olmatello viaggiano insieme ad altrettanti loro coetanei della zona delle Piagge, che non hanno trovato posto alla scuola Duca d’Aosta e vengono trasportati in altri plessi del Quartiere 5: le scuole Vamba, Fanciulli, Mameli e Don Milani. Oltre all’autista, che è un dipendente comunale, i costi sono riferibili all’accompagnatore, dipendente di un’associazione temporanea di imprese cooperative che si è aggiudicata regolare bando, con una spesa oraria di 19 euro iva compresa. Considerato che i costi sono uguali per tutti i pulmini, sorge il dubbio che il problema non sia quello, ma il rischio che la socializzazione e l’interazione fra i bambini possa far venir meno quelle pulsioni discriminatorie a cui sembra ancora legata una parte della destra». (fn)

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