L’assessore Di Giorgi all’iniziativa del Comune siciliano che 108 anni diede i natali al ‘sindaco santo’
Pozzallo ricorda il ‘sindaco santo’ di Firenze, Giorgio La Pira, nato nel Comune siciliano il 9 gennaio del 1904, componente dell’assemblea costituente, sottosegretario, parlamentare e, per tre volte a partire dal 1951, primo cittadino del capoluogo toscano.Lunedì 9 gennaio, nel 108° anniversario della sua nascita, nel Palazzo di Città si alterneranno esponenti politici, giuristi, professori universitari, personalità di spicco delle comunità cattolica ed ebraica.
A rappresentare il Comune di Firenze ci sarà una delegazione composta dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi e dal gonfalone della città.
«La Pira che non è mai stato un clericale né ha mai coinvolto la Chiesa nelle sue scelte – ha sottolineato l’assessore Di Giorgi – viveva una fede profondissima che animava il suo impegno politico. Questa scelta lo aveva fatto diventare un ‘uomo del dialogo’ che riusciva a parlare, in un mondo diviso in blocchi e caratterizzato da forti e pericolose contrapposizioni, con tutti: con i politici del Cremlino come con quelli dei Paesi arabi, del Vietnam o di Israele».
L’iniziativa del Comune di Pozzallo, dal titolo ‘La politica come servizio alla speranza’, si aprirà alle 18 di domenica con la messa, celebrata dal vescovo di Noto Antonio Saglianò, nella chiesa Madonna Madre del Rosario ed avrà il suo clou il giorno dopo con interventi, tra gli altri, di Ugo De Siervo, presidente emerito della corte costituzionale, Joseph Levi, rabbino capo della comunità ebraica di Firenze, Daniele Cara, frate dell’ordine dei predicatori e priore della Provincia romana di Santa Caterina da Siena, Georgij Blatinski, proto presbitero della chiesa ortodossa di Firenze, Giovanni Franco Antoci, presidente della Provincia di Ragusa e Giuseppe Sulsenti, sindaco di Pozzallo.
«Nel difficile momento che sta attraversando il nostro Paese – ha aggiunto l’assessore Di Giorgi – La Pira rappresenta un esempio da seguire: quello che educa ad una cittadinanza attiva, responsabile e solidale e che mette in risalto che per un credente è fondamentale sapere tradurre la fede in concrete iniziative al servizio della collettività». (fn)