«Ci auguriamo di incontrare prima possibile il Ministro dell’Istruzione Profumo: questioni come l’edilizia scolastica e la scuola dell’infanzia hanno bisogno di soluzioni rapide e, soprattutto, efficaci». Lo ha detto l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, che è anche coordinatrice Anci regionale per la scuola, a proposito della lettera che il presidente dell’Associazione dei Comuni italiani Graziano Delrio ha inviato al Ministro.
«Siamo consapevoli che bisogna riorganizzare con criteri di efficienza l’utilizzo delle risorse del Paese – ha aggiunto l’assessore Di Giorgi – ma senza scaricare i costi sugli enti locali, senza creare nuove inefficienze ed in modo da elevarne la qualità a vantaggio e garanzia del diritto allo studio di tutti».
«I vincoli imposti dal patto di stabilità – ha spiegato Rosa Maria Di Giorgi – impediscono a molti Comuni di effettuare lavori urgenti di messa in sicurezza delle scuole: tante amministrazioni, pur avendo a disposizione risorse proprie o rese disponibili dalle amministrazioni centrali, non possono spenderle. E’ fondamentale, quindi, che le spese di edilizia scolastica siano escluse dal patto di stabilità. Ma non solo».
«Il 30 novembre scorso – ha ricordato l’assessore all’educazione – si è riunita a Roma la commissione istruzione dell’Anci e durante i lavori è emerso che l’applicazione dei limiti alle assunzioni previsti dal patto di stabilità causerà la chiusura di alcune scuole. Tutti i Comuni d’Italia chiedono di poter assumere il personale per tenere aperte le scuole dell’infanzia comunale e i nidi derogando, anche in questo caso, al patto di stabilità. Quest’ultimo impedisce ai Comuni di assumere personale all’interno delle proprie scuole dell’infanzia e dei propri nidi non considerando la peculiarità del personale della scuola e quanto sia necessario per le famiglie avere garantito perlomeno il servizio scolastico in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando».
«Se potremo incontrare il Ministro Profumo – ha sottolineato la coordinatrice Anci regionale per la scuola – gli spiegheremo che nei prossimi mesi non potremo più chiamare supplenti e nemmeno nuovi insegnanti a tempo indeterminato e, a settembre, ci vedremo costretti a chiudere le nostre sezioni, se il Governo non affronterà la questione immediatamente consentendo ai Comuni di derogare al patto. D’altra parte la stessa modalità di blocco non viene applicata per le scuole statali che possono utilizzare i supplenti e, per quanto possibile, assumere a tempo indeterminato. Eppure le scuole dell’infanzia comunali coprono in modo significativo il fabbisogno di scuola per la fascia 3-6 anni».
«Comprendiamo bene il momento di grave difficoltà del nostro Paese e la necessità di sacrifici da parte di tutti – ha concluso Rosa Maria Di Giorgi – occorre sicuramente lavorare per la definizione di norme rigorose ma al tempo stesso non devono essere lesive dell’autonomia degli enti locali, costringerli a negare alle famiglie un servizio fondamentale e renderli gli unici responsabili di fronte alle famiglie per avere lasciato a casa i loro figli». (fn)