Bandiere a mezz’asta nelle scuole. E momenti di approfondimento e di riflessione sul tema del razzismo nelle classi. La richiesta è contenuta in una lettera che l’assessore dell’educazione Rosa Maria Di Giorgi ha inviato ai dirigenti scolastici dopo la proclamazione del lutto cittadino per l’uccisione di due senegalesi e il ferimento di tre loro connazionali.
«Firenze – scrive l’assessore all’educazione – si è caratterizzata nel corso della sua storia come città aperta all’accoglienza e all’integrazione di culture diverse, rifiutando ogni forma di razzismo e di esclusione sociale: per questo vogliamo dare un segnale forte di rifiuto di ogni ideologia legata alla violenza e alla discriminazione razziale, riprendendo il messaggio del Sindaco La Pira che di questa città aveva fatto un crocevia mondiale di pace, invitandoci ad abbattere i muri e costruire ponti fra culture diverse».
«Sono convinta – prosegue la lettera – che la cultura e l’istruzione siano le armi principali per combattere il razzismo e le discriminazioni, che ancora inquinano la nostra civiltà, e per questo da molti anni lavoriamo nelle nostre scuole su più fronti, in collaborazione con tante associazioni e con le istituzioni scolastiche, per far comprendere ai ragazzi che la diversità non è un pericolo, ma un arricchimento della società in cui viviamo. Insegniamo a mantenere viva la memoria delle tragedie del passato, il nazismo in primo luogo, perché certi fatti non abbiano a ripetersi in futuro e cerchiamo di avvicinare i ragazzi alla conoscenza di altre culture».
«Viviamo un momento storico particolare – ha concluso l’assessore – dove la perdita di riferimenti ideali e culturali, lo sbandamento sociale legato alla difficile situazione del mondo occidentale, il senso di impotenza, di paura e di disperazione che si respira in alcuni ambienti, ci impongono di non abbassare la guardia di fronte al pericolo di possibili rigurgiti di dottrine immonde e pericolose. Oggi più che mai dobbiamo rafforzare il nostro impegno educativo rivolto ai giovani, perché sviluppino gli anticorpi capaci di renderli membri consapevoli di una comunità civile». (fn)