Diritti umani, domani Piero Angela in Palazzo Vecchio per il 63° anniversario della dichiarazione di New York.

L’iniziativa organizzata da Comune e dal Centro Unesco di Firenze
Un occasione per riflettere, con personaggi del calibro di Piero e Alberto Angela, di fronte a un anniversario importante: i 63 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Domani il Comune celebra quello storico evento, avvenuto a New York il 10 dicembre 1948, ospitando, nel Salone dei Duecento, il convegno organizzato dal Centro Unesco che nell’occasione festeggia i suoi 40 anni a Firenze.
La manifestazione, dal titolo ‘40 anni insieme. Giovani di ieri, giovani di oggi: esperienze a confronto’, avrà inizio alle 9.30 e prevede, dopo il saluto dell’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, l’intervento del direttore della sede Rai Andrea Jengo. Subito dopo Piero e Alberto Angela riceveranno il ‘Premio del Centro Unesco di Firenze per la cooperazione internazionale’ giunto alla XXVIII edizione.
Saranno presenti anche alcuni giovani del club Unesco di Levanto, nelle Cinque Terre, ‘Angeli del fango’, le scorse settimane, a Monterosso e Vernazza distrutte dalla furia dell’acqua.
«Con la ‘Dichiarazione universale dei Diritti Umani’ proclamata il 10 dicembre 1948 alle Nazioni Unite – ha ricordato l’assessore Di Giorgi – per la prima volta tutti gli esseri umani furono riconosciuti detentori di pari dignità dalla nascita. Questo evento ha cambiato il panorama delle relazioni internazionali e dato fondamento alle aspirazioni alla libertà e alla dignità dell’ umanità. Queste celebrazioni, tuttavia, non devono essere intese come una mera forma di tributo: servono a rammentare che l’obiettivo di rendere la Dichiarazione una realtà quotidiana per ogni essere umano deve essere ancora raggiunto».
Era il 1948, il mondo usciva stravolto da una guerra senza precedenti che aveva annientato la dignità umana e la comunità internazionale, riunita nella giovane Onu, sentì l’esigenza di mettere nero su bianco un codice etico valido per l’intera umanità. E’ nata così la Dichiarazione, redatta da alcuni tra i più importanti intellettuali dell’epoca, dai francesi Jacques Maritain e Renè Cassin, al libanese Charles Malik, al cinese P. C. Chang, sotto la direzione del canadese John Peters Humphrey. A presiedere la commissione Eleanor Roosvelt, moglie del presidente Usa Franklin Delano. Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite vota i 30 articoli del testo finale: 48 i Paesi favorevoli e otto gli astenuti, gli Stati del blocco sovietico, il Sudafrica e l’Arabia saudita. Da allora la Dichiarazione, seppur non vincolante per i Paesi che l’hanno firmata, è stata il punto di riferimento per lo sviluppo delle moderne democrazie e a tutt’oggi rimane la base dei documenti delle Nazioni Unite e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Dal primo articolo che stabilisce l’uguaglianza e la libertà di tutti gli esseri umani, al trentesimo che sancisce il carattere inalienabile dei diritti, vengono enumerati una serie di principi comuni posti a fondamento della dignità umana. Il diritto alla vita, al giusto processo, alla privacy, all’asilo, alla proprietà, all’istruzione, e poi, la libertà di pensiero e di espressione e la condanna della tortura e della schiavitù. (fn)

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