L’assessore Di Giorgi: «Bene la proposta della quinta commissione regionale di poter spendere nell’edilizia scolastica parte dei fondi bloccati dal patto di stabilità».

«Questa proposta è molto utile perché tocca uno dei temi più urgenti che devono affrontare i Comuni oppressi dai tagli del governo, quello dell’edilizia scolastica».
E’ quanto ha dichiarato Rosa Maria Di Giorgi, assessore all’educazione e referente per la scuola dell’Anci toscana, commentando la proposta di risoluzione che la quinta commissione regionale, presieduta da Nicola Danti, ha approvato oggi all’unanimità con la quale si chiede di poter ‘spendere nell’edilizia scolastica almeno un parte dei fondi bloccati dal patto di stabilità’.
«Anche in caso di disponibilità finanziaria – ha spiegato Rosa Maria Di Giorgi – gli enti sono impossibilitati a spendere con gravi conseguenze sulla qualità del servizio e del rispetto delle norme di sicurezza. Se si vuole davvero risolvere la situazione dell’ edilizia scolastica una deroga al patto di stabilità è necessaria anche perché i finanziamenti da parte del governo su questo fronte sono risibili, a dimostrazione del fatto che l’investimento sulla scuola non rappresenta certo una priorità per il Governo Berlusconi».
«Non si può risparmiare sulla sicurezza degli studenti – ha aggiunto l’assessore all’educazione – lo scorso settembre, insieme ai colleghi di Milano, Torino, Bologna e Genova abbiamo già chiesto al Governo, in una lettera aperta ai Ministri Giulio Tremonti e Mariastella Gelmini, una deroga sul patto di stabilità per procedere alle assunzioni di personale educativo e docente. Senza questa deroga non saremmo in grado, per il prossimo anno scolastico di poter sostituire gli insegnati malati o in aspettativa».
«Non introdurre la deroga proposta – ha concluso l’assessore Di Giorgi – condanna le nostre scuole a condizioni progressive di degrado decisamente intollerabili. Un’azione della Regione Toscana in sede di conferenza Stato-Regioni assume quindi grande rilievo nella prospettiva di salvaguardare almeno le necessità più impellenti della nostra scuola». (fn)

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