Formazione permanente, inaugurati in Palazzo Vecchio i corsi dell’Università dell’Età Libera.

Solenne cerimonia nel Salone dei Cinquecento alla presenza dell’assessore Di Giorgi e del rettore Tesi. Il professor Califano ha tenuto la ‘lectio magistralis’
Non solo pittura, giardinaggio e fotografia. La formazione permanente offre di tutto. Dal corso di lingua a quello di teatro, da quello di scrittura creativa a quello di informatica, e tutti sanno quanto oggi sia importante saper usare un computer. Una formazione a 360 gradi, per fornire una cultura allargata e alla portata di tutti, per diffondere un sapere al di fuori dei canali tradizionali. E’ l’idea su cui si fonda l’Università dell’Età Libera, nata dalla collaborazione tra amministrazione comunale e Università degli Studi di Firenze, con il supporto di importanti istituzioni culturali del territorio: Scuola di Musica di Fiesole, Istituto statale d’arte e Liceo Leon Battista Alberti, Centro d’Arte Grafica Il Bisonte.
Questo pomeriggio, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, si è svolta la solenne cerimonia per l’inaugurazione dei corsi 2011-2012 alla presenza dell’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, del rettore Alberto Tesi e del professor Paolo Marcellini (presidente del comitato scientifico).
Il ‘Coro Novecento’ di Fiesole, composto da 40 coristi, ha eseguito alcuni canzoni risorgimentali: ‘Addio mia bella ciao’, ‘La morte di Garibaldi’, ‘Camicia rossa’, ‘O Venezia’ e ‘La bella Gigogin’.
La ‘lectio magistralis’ è stata tenuta dal professor Salvatore Califano, professore emerito di chimica fisica all’Università di Firenze, dove ha fondato e diretto il Laboratorio Europeo di Spettroscopie non lineari (Lens). Califano è membro dell’Accademia Europea e dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Oltre che di numerosi articoli scientifici, è autore di Vibrational States (1976) e, con Vincenzo Schettino e Natale Neto, di Lattice Dynamics of Molecular Crystals (1981). Nel 2010 ha pubblicato ‘Storia della chimica’.
Il programma offerto agli iscritti (2413 in totale nel 2010-2011 dei quali 371 ‘matricole’) è molto ricco e articolato: 54 corsi e 22 laboratori.
Sono otto le aree: biomedica; giuridica, storica e economica; letteraria e filosofica; musicale; scientifica; delle scienze umane; dello spettacolo; storico-artistica.
I corsi monografici sono di 10 e 20 ore e le lezioni durano 2 ore ciascuna. I singoli laboratori hanno durata da 20 ore ad un massimo di 50.
Per i corsi si va dalla bioetica alla storia economica passando dalla filosofia, dall’astrofisica, dalla matematica e il diritto. Senza dimenticare l’antropologia, la storia dell’arte e dello spettacolo. Ma la formazione permanente offre di tutto. Dal corso di lingua a quello di teatro, da quello di scrittura creativa a quello di informatica, e tutti sanno quanto oggi sia importante saper usare un computer. Quest’anno ci sarà persino un nuovo laboratorio di ‘ricerca in archivi’. Ma anche un corso per imparare a gestire un giardino, un orto e un terrazzo senza prodotti chimici, in maniera sostenibile; uno sull’alimentazione ‘a tavola coi nonni’; quello dal titolo ‘Anche gli scienziati dicono bugie: perché e come (per fortuna raramente) la scienza imbroglia’ e quello per imparare ‘come utilizzare la matematica per difendere i propri risparmi’.
Nella sua prima parte della sue lezione il professor Califano ha ripercorso le tappe più salienti del rapporto tra la cultura scientifica e quella umanistica sottolineando che «se vogliamo che l’Italia regga il passo con gli altri paesi è indispensabile dare spazio ad una nuova terza cultura, a un grande neo-umanesimo che abbracci tutte le discipline e che non ci abbandoni nel limbo del paese di ‘santi, eroi ed artisti’ in cui siamo tuttora confinati».
Nel prosieguo della ‘lectio magistralis’ il professor Califano ha ricordato i «contributi della chimica allo sviluppo sostenibile del genere umano» e che «la storia della chimica è il racconto delle grandi conquiste tecnologiche del genere umano, della liberazione dell’umanità dalla fame, dalle malattie, dalla povertà e dal dolore».
«E’ soprattutto il racconto – ha aggiunto – del grande contributo che i chimici hanno dato alla conoscenza della struttura del mondo che ci circonda e dell’affascinante avventura intellettuale rappresentata dalla loro partecipazione allo sviluppo della filosofia naturale. E’ la storia di come l’ingegno umano sia riuscito a penetrare i segreti della natura, di come le conoscenze e le idee degli antichi siano confluite nella realtà della cultura moderna e di come sia stato possibile modificare una natura ostile adattandola ai bisogni di una società in continua crescita».
«La creatività della chimica – ha spiegato Califano – è la prova più evidente della capacità del genere umano di avere trovato, rispetto a tutte le altre specie viventi, la strada per modificare la natura e adattarla alle sue esigenze». (fn)

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