«La Resistenza non è una materia di studio ma va insegnata e imparata sui banchi di scuola come se lo fosse». E’ quanto ha dichiarato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi che questa mattina ha partecipato alle manifestazioni per il 67° anniversario della Liberazione di Firenze.
«I nostri giovani devono conoscerla bene – ha aggiunto l’assessore – studiando non solo lotta armata, la parte più importante, ma anche la reazione di tanti italiani che in vario modo parteciparono ad essa».
«Anche in questi giorni, purtroppo – ha ricordato Rosa Maria Di Giorgi – c’è qualcuno che ripete la solita cantilena: la Resistenza non occorreva perché gli anglo-americani avrebbero vinto anche senza di noi. Lo sappiamo oggi e lo sapevano pure gli uomini del Cln; ma non sarebbe stato lo stesso. Neanche per gli Alleati, ma soprattutto, per noi. La nostra libertà dovevamo riconquistarcela da soli e non solo grazie al sacrificio dei soldati dei Paesi che combattevano il nazifascismo».
«I nostri studenti – ha spiegato l’assessore all’educazione – hanno a disposizione diari, memorie e, cosa ancora più importante, la possibilità di incontrare tanti protagonisti di quel periodo. Firenze, inoltre, può contare su una istituzione di grande valore scientifico come l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Questo ‘tesoro’ noi lo facciamo conoscere agli studenti con specifiche iniziative inserite ne ‘Le Chiavi della Città’, il pacchetto di progetti e di percorsi formativi che l’assessorato offre ai ragazzi delle primarie e delle secondarie di primo grado».
«A partire dallo corso novembre, ad esempio – ha spiegato l’assessore Di Giorgi – 610 studenti della scuola secondaria di primo grado hanno partecipato ad un progetto che prevedeva un percorso didattico per difendere il significato della memoria e mantenerne viva la trasmissione dei valori. E’ stato attivato un corso di formazione per gli insegnanti ‘Storia e memoria del Novecento’ con lezioni a cura dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana; sono stati organizzati percorsi di conoscenza del territorio fiorentino, sia in riferimento a luoghi ed episodi della Resistenza che attraverso la testimonianza diretta di persone che hanno vissuto quegli avvenimenti, in collaborazione con l’Aned, l’associazione che raccoglie gli ex deportati.
Il programma di iniziative si è concluso a maggio con la partecipazione alla visita-viaggio studio degli studenti che hanno aderito al progetto ai campi di deportazione e stermino nazisti.
L’amministrazione ha quindi investito risorse, e continuerà a farlo, per fornire strumenti e contenuti agli studenti per acquisire una maggiore consapevolezza del valore della memoria e di una tappa fondamentale per la nostra storia come la Resistenza».
«Ai nostri giovani – ha concluso Rosa Maria Di Giorgi – faremo anche conoscere la prolusione del cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, per il 67° anniversario della Liberazione di Firenze. Piovanelli ci ha ricordato, senza retorica, l’importanza dell’apporto di tanti cattolici alla lotta di Liberazione e alla ricostruire di quell’identità nazionale che il fascismo aveva disperso. Il fascismo aveva tolto la libertà agli italiani, asservito il Paese alla barbarie hitleriana, aveva mandato a morire centinaia di migliaia di ragazzi. L’8 settembre 1943, con l’inizio della Resistenza, è cominciata quell’opera di ricostruzione di un’identità nazionale alla quale tutti, anche i cattolici, hanno partecipato. Tra i patrioti c’erano molte differenze ma nella Resistenza c’era un elemento comune: era l’idea di un’Italia che doveva uscire dall’immane tragedia della guerra, un’Italia che esaltava la libertà degli italiani e non voleva l’oppressione degli altri popoli. Questa volontà di un’Italia diversa era presente in ogni segmento della Resistenza, il suo riferimento era il Comitato di Liberazione, che era insieme un aggregato di partiti e una realtà che trascendeva i partiti stessi. Questa è l’immagine vera della nostra Resistenza. Questa è l’immagine che vogliamo fare conoscere ai nostri giovani».