I risultati dello screening effettuato dagli specialisti di Careggi, in collaborazione con l’assessorato all’educazione, su un campione di quasi 4500 ragazzi
Uno studente su quattro può presentare problemi alla schiena. E’ quello è quello che emerge dallo screening effettuato dai medici specialisti fisiatri ed ortopedici dell’azienda ospedaliera universitaria Careggi – ‘agenzia recupero e riabilitazione’ e prima clinica ortopedica di Careggi del Cto – in collaborazione con l’assessorato all’educazione, su 4.476 studenti di 19 scuole secondarie di primo grado fiorentine.
I dati sono stati presentati questa mattina a Palazzo Vecchio dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, dal professor Massimo Innocenti, direttore della I clinica ortopedica dell’università di Firenze, e dal dottor Pietro Pasquetti, direttore del reparto di medicina riabilitativa/fisioterapia, due strutture sanitarie interne del Cto (centro traumatologico ortopedico-azienda ospedaliera universitaria di Careggi).
Da novembre a giugno gli esperti hanno effettuato visite mediche specialistiche gratuite per la diagnosi precoce di patologie della colonna vertebrale, in particolare scoliosi e dorso curvo.
In 1156 studenti è stata trovata, grazie allo screening, una ipercifosi toracica (ovvero il dorso curvo rigido) in 26 casi (pari al 2,3% del totale) ‘strutturata’. Per questi ultimi è stato richiesto un controllo clinico a distanza, in alcuni anche un esame radiografico.
Per 601 bambini (13,4% del totale) diagnosi clinica di scoliosi ed impostato un controllo clinico a distanza. Le curve più frequenti per sede sono risultate essere: lombare sinistra (30%), dorsolombare destra (19%), doppia curva dorsale destra e lombare sinistra (14%). 522 bambini (pari all’11,7%) avevano già avuto diagnosi di scoliosi da un altro medico.
Gli studenti erano stati suddivisi in due gruppi: quello che comprendeva i 522 ragazzi con ‘pregressa diagnosi di scoliosi’ e quello con i 3954 ai quali non era mai stata riscontrata questa patologia.
«Sul totale del primo gruppo – hanno spiegato Innocenti e Pasquetti -” la scoliosi era effettivamente presente allo screening scolastico solo in 150 ragazzi (28,7%). Nei rimanenti 372 che avevano una pregressa diagnosi ma senza scoliosi allo screening non abbiamo rilevato nessuna alterazione del rachide in 220 soggetti (42,1%); ed alcuni possibili fattori di confondimento clinico in 152 pazienti: eterometria degli arti inferiori (di qualsiasi entità) in 50 soggetti (9,6%); gibbo non significativo in 92 soggetti (17,6%); eterometria degli arti inferiori associata a gibbo non significativo in 10 soggetti (1,9%)».
«Per quanto riguarda il secondo gruppo, quello più numeroso – hanno aggiunto – abbiamo riscontrato la scoliosi in 451studenti (11,4% del totale); in particolare 290 ragazzi (7,3%) sono stati mandati a controllo a 6 mesi e per altri 161(4,1%) sono stati richiesti esami radiografici».
«Gli screening scolastici delle scoliosi – hanno concluso Innocenti e Pasquetti – sono giustificati anche in termini di costi sanitari perché riducono le diagnosi errate di dismorfismi vertebrali e consentono nei casi non diagnosticati di impostare un corretto controllo clinico a distanza con terapie, come quella del busto, in grado di impedire l’aggravarsi ulteriore della scoliosi stessa».
«Al di là dei risultati ottenuti – ha sottolineato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi – lo screening ci consente di raggiungere un obiettivo fondamentale: la diagnosi precoce di alcune importanti patologie della schiena. Tutte le scoliosi o i dorsi curvi adulti hanno avuto le prime avvisaglie nell’ infanzia e la prevenzione di questa malattia e il suo tempestivo evolversi sono importanti anche per indirizzare i nostri ragazzi a corretti stili di vita. Molto spesso i giovani assumono posizioni sbagliate davanti al computer, ai videogiochi, in classe oppure non praticano un’adeguata attività motoria».
«Prevenzione, diagnosi precoce di queste patologie ed educazione ad un corretto stile di vita – ha concluso l’assessore Di Giorgi – consentono anche l’ottimizzazione delle risorse complessive: attraverso iniziative come questa possiamo integrare perfettamente i diversi servizi, quello sanitario e scolastico, presenti sul territorio».
«Il Comune è sempre all’avanguardia nell’affrontare i problemi sociali – ha ricordato Giuseppe Scola, consigliere comunale dell’IDV – è la scelta di collaborare con Cto-AUOC ne è un esempio. Prevenire, prima di curare o intervenire chirurgicamente, oltre a evitare problemi di ordine sociale costituisce un risparmio per le casse della sanità pubblica.
Questo screening ha avuto un costo zero per la collettività grazie alla disponibilità mostrata dai sanitari del Cto-AOUC che lo hanno effettuato.
I dati di questo screening costituiscono peraltro una ricerca scientifica che resta patrimonio del servizio pubblico».