L’assessore Di Giorgi: «Con i tagli al personale forti preoccupazioni per il regolare avvio del prossimo anno scolastico».

«Si stano avvertendo in maniera pesante i primi effetti del taglio alle risorse delle scuole per sorveglianza, pulizia e assistenza agli alunni, soprattutto quella di base per i bambini con disabilità». E’ quanto sottolinea l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi commentando i dati resi dai sindacati Flc-Cgil, Gilda-Unams, Cisl Scuola, Cobas Scuola e Uil Scuola secondo i quali è confermato il taglio del personale scolastico per la provincia di Firenze con 187 posti in meno, di cui 148 solo fra i collaboratori scolastici, a fronte di un taglio totale regionale di 737.
«Siamo preoccupati e speriamo in un ripensamento del Ministero – ha aggiunto Rosa Maria Di Giorgi –, i disagi che si creano quando si taglia su un servizio fondamentale come questo sono enormi. Da una prima stima, solo su Firenze verranno a mancare 70-80 elementi del personale scolastico e considerato, che gli istituti superiori non dovrebbero essere colpiti, questo si rifletterà solo sui comprensivi della scuola dell’obbligo, in particolare sulle primarie, con una media di 2-3 persone in meno per ciascuno. Senza questo personale diventa sempre più difficile garantire un’adeguata e continuativa pulizia dei locali scolastici, così come non si riesce più a garantire un’ adeguata sorveglianza e assistenza alle classi durante l’orario delle lezioni, in particolare per quella di base ai ragazzi con disabilità, ma anche durante le attività pomeridiane extrascolastiche, e per l’ apertura del pre e post scuola».
«Il Comune sta facendo la sua parte, anche con notevoli sacrifici – ha ricordato l’assessore all’educazione – per garantire interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nelle scuole della città, con un investimento di oltre 3 milioni solo nel periodo estivo. Il taglio del personale amministrativo, tecnico e ausiliario ci fa preoccupare per l’avvio regolare del prossimo anno scolastico e per il mantenimento dei servizi. Non si può pensare che questo continuo e progressivo abbandono della scuola pubblica non implichi un parallelo declino dello stesso Paese. L’impegno sulla scuola, infatti, non può esser visto solo come un costo da tagliare, senza comprendere che è il primo segnale del progresso civile e etico di uno Stato, oltre che un investimento sul futuro. Non possiamo proseguire in questa politica di abbandono dei nostri giovani, negandogli la possibilità di costruirsi un futuro all’altezza: è necessario un drastico cambio di indirizzo che questo governo non sembra in grado di poter fare».

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