L’assessore Di Giorgi e il presidente dell’Aned Ducci accompagnano una delegazioni di studenti in Austria e Germania
Un viaggio per costruire la Memoria. Da Firenze fino a Dachau, Ebensee, Mauthausen e la Risiera di San Sabba. Un viaggio, come 66 anni fa, che attraversa l’Europa fino ai campi di sterminio più tristemente noti. Ma se durante le persecuzioni naziste la destinazione dei treni era l’orrore, oggi i ‘passeggeri’ viaggiano per incontrarsi, dialogare, lavorare insieme per costruire conoscenze e nuove consapevolezze. La delegazione di 170 studenti fiorentini, guidati dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, dall’assessore provinciale alla pubblica istruzione Giovanni Di Fede e Alessio Ducci, presidente dell’Aned Firenze (l’associazione nazionale ex deportati), è arrivata questa mattina a Dachau, la cittadina tedesca a nord di Monaco di Baviera, per la visita del campo.
Dachau fu il primo campo di concentramento costruito dai nazisti e divenne pertanto il prototipo e il modello per gli altri campi che vennero in seguito costruiti in tutta l’Europa caduta sotto il controllo nazista. Originariamente venne destinato agli oppositori politici di Hitler, e qui venne internato chi non si adeguò subito all’ideologia nazista. Gli internati vennero rieducati tramite il lavoro duro, l’indottrinamento e le percosse. Solo in seguito divenne un campo di concentramento destinato, oltre che agli oppositori politici, anche ad ebrei e a minoranze ‘sgradite’, come testimoni di Geova, omosessuali, emigranti, zingari, e prigionieri polacchi, russi e così via.
Da ottobre 1941 arrivarono migliaia di prigionieri di guerra sovietici. Le SS iniziarono, prima nel cortile del bunker, poi a Hebertshausen, ad esercitarsi al tiro sparando sui prigionieri di guerra sovietici. Le vittime divennero subito migliaia. Il campo si trasformò quindi da campo di lavoro a vero e proprio campo di sterminio. Circa 30mila persone vennero uccise, in gran parte da quel momento in avanti. Altre migliaia morirono di fame e di stenti a causa delle condizioni infernali del campo.
In conseguenza del numero crescente di morti e di uccisioni, l’unico forno crematorio esistente al momento della costruzione del campo non fu più in grado di sostenere tale massa di vittime, e si rese necessaria la costruzione di una nuova palazzina con nuovi forni, e contemporaneamente venne creata una camera a gas. Questa camera a gas è una delle poche, assieme a quelle di Sachsenhausen e Majdanek, che non è stata distrutta all’arrivo delle truppe di liberazione, come è successo invece ad Auschwitz ed in altri campi di sterminio, in particolare in quelli liberati dall’esercito sovietico.
Domani mattina è in programma la visita al campo di Ebensee (sul lago di Traunsee, sempre in Austria), per visitare ciò che resta della struttura nazista il Memoriale Lepetit e le cave dove lavorarono i deportati.