A Palazzo Corsini 80 alunni delle primarie hanno incontrato i maestri artigiani.

L’assessore Di Giorgi: «Sviluppare l’abilità e la creatività è un passaggio importante nella crescita dei ragazzi»
Abituati tra joystick e videogames come se la cavano i bambini d’oggi alle prese con vetro, legno e colori? L’occasione per vederli ‘con le mani in pasta’ è arrivata grazie alla XII edizione della mostra ‘Artigianato e Palazzo’, nata nel 1995 da un’idea di Neri Torrigiani, che riunisce per tre giorni oltre centro artigiani fiorentini ed europei nei viali e nelle antiche Limonaie del giardino seicentesco di Palazzo Corsini.
Questa mattina 80 alunni delle scuole primarie Enriquez-Capponi, Torrigiani Ferrucci
e Nencioni hanno incontrato alcuni maestri artigiani che, ricreando nel giardino angoli delle loro botteghe, hanno effettuato dimostrazioni pratiche che vanno dalla lavorazione del vetro alla realizzazione di gioielli di foggia antica e moderna, all’intaglio del legno, alla realizzazione della plissettatura di un prezioso vestito di seta e altro. Poi è toccato anche ai bambini mescolare terre e colori, dipingere, decorare carte e legno.
«La finalità della mostra – ha sottolineato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi che questa mattina era presente all’incontro tra alunni e maestri artigiani – è quella di rivalutare e rinquadrare ai giorni nostri la figura dell’artigiano e del suo lavoro, considerandolo alta espressione di qualità e di tecnica».
«L’obiettivo per le classi – ha spiegato l’assessore – è promuovere l’artigianato e i suoi valori come punto di forza e di eccellenza dell’economia toscana avvicinare i ragazzi ai segreti delle lavorazioni e alla preziosità del fatto far conoscere le fasi artigianali della trasformazione delle materie prime in prodotti finiti, riproducendo tutte le fasi della trasformazione stimolare la professionalità anche manuale degli studenti rilanciando la formazione artigiana nei giovani.
Sviluppare l’abilità e la creatività artigianali è un passaggio importante nella crescita dei ragazzi. Abituarli a queste attività significa dar loro uno strumento in più per esprimersi».