L’assessore all’educazione: «rispetto delle regole ma anche tutela dei più deboli»
«Questa giunta non asseconda chi non rispetta le regole: abbiamo già denunciato chi, ad esempio, si era ‘dimenticato’ di inserire nella dichiarazione Isee dieci immobili di proprietà per risparmiare 400 euro l’anno sulla mensa scolastica del figlio». Così l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi replica alle dichiarazioni dei consiglieri Emanuele Roselli, Marco Stella e Stefano Alessandri (PdL).
«Dobbiamo però considerare che dietro ai casi di alunni morosi – ha aggiunto l’assessore all’educazione – ci sono anche realtà drammatiche: genitori in cassa integrazione o persone che in tempi recenti hanno perso il lavoro. Il panorama delle povertà si è purtroppo ampliato e non è così improbabile passare velocemente da una vita abbastanza agiata ad una situazione di bisogno perché si è in stato di precarietà o senza lavoro».
«Il Comune – ha ricordato Rosa Maria Di Giorgi – garantisce la possibilità di avere sconti in base, appunto, all’Isee, ma ci sono famiglie che non usufruiscono delle esenzioni pur essendo bisognose. Questa situazione riguarda in particolare le famiglie straniere e il problema è che talvolta è difficile rapportarsi con chi non parla e capisce bene la nostra lingua. Ci sono, naturalmente, anche coloro che vorrebbero non pagare ma, grazie anche all’accordo con la guardia di finanza, ciò è diventato sempre più difficile e siamo stati in grado di fare diverse segnalazioni all’autorità giudiziaria. L’intensificazione dei controlli ci ha permesso di mandare un segnale chiaro a chi pensava di truffare il Comune».
«Per recuperare le somme dovute mettiamo in atto tutti i meccanismi previsti dalla legge – ha precisato l’assessore – la procedura è stabilita dal nostro ‘regolamento sul diritto allo studio’ la cui ultima modifica, approvata con la delibera 25/2005 del consiglio comunale, prevede al punto j) dell’articolo 8 “l’attivazione delle procedure previste dalla vigente normativa per il recupero coattivo del credito, consistenti in un primo provvedimento ingiuntivo ed eventuale successiva iscrizione nei ruoli delle tasse”. Tale procedura è mutuata dal dpr 29/9/1973 n. 602 e dal dlgs 26/2/1999 n. 46. Pertanto, l’iscrizione ai servizi viene accolta seppur in presenza di morosità e parallelamente vengono esperite le procedure di riscossione coattiva, laddove negli anni precedenti sia accertato il mancato pagamento. All’inizio dell’anno scolastico viene inviato il sollecito relativo all’anno scolastico precedente.
Quanto alle fasi di recupero del credito, alla famiglia che non paga si invia un sollecito. Poi, se non si ottengono risultati, un’ ingiunzione di pagamento con messa in mora. Infine c’è l’iscrizione a ruolo, la cui procedura è curata da Equitalia-Cerit ed è unica per tutte le morosità riscontrate per un unico soggetto da tutti gli uffici comunali, a cui fa seguito, in caso di mancato pagamento, il pignoramento dei beni non indispensabili e/o il fermo amministrativo dei mezzi, nonché l’ipoteca, laddove l’importo sia superiore a 20mila euro».
«Le regole quindi ci sono e le applichiamo – ha ribadito Rosa Maria Di Giorgi – qui a Firenze, lo dico ai consiglieri Roselli, Stella e Alessandri, non seguiamo e non seguiremo mai la retorica leghista del ‘chi non paga non mangia’, nessun bimbo resterà mai senza pranzo. Peraltro, in base alla legge 176/2007, lo Stato ha stabilito che il tempo dedicato al pranzo è scuola a tutti gli effetti. L’articolo 1 riporta che nelle ‘classi funzionanti a tempo pieno con un orario settimanale di quaranta ore’ deve essere considerato tempo scuola anche il ‘tempo dedicato alla mensa’.
Abbiamo notizia che il Comune di Milano, al quale forse si riferiscono i consiglieri, non iscriva alla materna comunale chi ha morosità, creando in tal modo una situazione che non credo sia degna di un paese civile.
Mi meraviglia che proprio dal centrodestra, che in molte occasioni si richiama ai principi della solidarietà cristiana, piegandoli con leggerezza alle contingenze politiche, ci sia una reazione di questa natura nei confronti di persone, o meglio di bambini, che si trovano evidentemente in stato di difficoltà economica. Una maggiore coerenza di comportamento sarebbe auspicabile e aiuterebbe a non confondere il giusto rispetto delle regole, quindi l’avvio delle procedure di recupero coattive per tutti, con la valutazione delle situazioni di precarietà economica e di vera e propria ignoranza dei regolamenti. Molti dei cosiddetti morosi, infatti, avrebbero diritto all’esenzione totale, se solo seguissero le indicazioni dell’amministrazione sull’Isee. Non devo essere io a ricordare a questa nostra destra che l’ignoranza, unita alla povertà, conduce le persone più deboli all’incapacità di rivendicare i propri diritti. Compito di un’amministrazione è quello di supportare e tutelare, come diceva don Milani, chi non ha voce. Probabilmente, così, riusciremmo ad essere tutti anche un po’ migliori».