Gli stadi comunali, anche se tutelati come beni di interesse storico artistico o riconosciuti come monumenti nazionali, potranno essere ristrutturati, ovvero abbattuti anche in parte e ricostruiti, con la sola delibera dell’amministrazione comunale competente. Il nuovo progetto, autorizzato dalla Soprintendenza, dovrà mantenere parti esterne del precedente stadio, in grado di assicurarne la memoria e la tradizione architettonica.
E’ questo il contenuto della proposta di legge che, con il collega Stefano Lepri, depositerò oggi stesso in Parlamento e che, una volta approvata, renderà più semplici le procedure e meno stringenti i vincoli per la ristrutturazione di stadi storici come l’Artemio Franchi di Firenze o il Flaminio di Roma. In questo modo potranno essere accolte le sollecitazioni che ci arrivano da più parti, non ultimo dal presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, che ieri ha lanciato un appello alle Istituzioni.
Un provvedimento di carattere generale che salvaguarda l’ordinamento posto a tutela dei beni storici ed architettonici e riguarda esclusivamente gli stadi, ovvero strutture che se non aggiornate nella loro funzione, rischiano di decadere e diventare dei luoghi di degrado, come sta accadendo ad esempio allo stadio Flaminio di Roma.
La proposta di legge, inoltre, sta dentro quel concetto di sostenibilità ecologica che il Pd ha posto al vertice delle proprie politiche. La ristrutturazione delle strutture esistenti infatti scongiurerà l’ulteriore consumo di suolo che la realizzazione di nuove strutture comporterebbe